Ada Marche, una linea telefonica dedicata agli anziani e un aiuto per gestire le emozioni negative

Una linea telefonica riservata agli anziani per offrire loro un sostegno psicologico ai tempi del Covid-19. É il servizio, realizzato da Ada Marche (Associazione diritti degli anziani), nell’ambito del progetto Riesco Marche, di cui è partner.

L’esperienza del lockdown ha esposto molti di noi ad una situazione di reclusione di cui non avevamo mai fatto esperienza.  – spiegano dall’associazione – Nella solitudine, nell’incertezza e nel protrarsi di uno stato di tensione, alcuni hanno sviluppato sintomi e disturbi da stress. Adesso, queste persone hanno un nuovo prezioso strumento di aiuto”.

E’ infatti operativa una linea telefonica dedicata attivata da Ada Marche all’interno del progetto Riesco Marche: chiamando il n. 351 5003142 dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30, è possibile contattare un’operatrice dell’associazione, che riceve le richieste di aiuto. Chi vive una situazione di fragilità emotiva verrà ricontattato dalle psicologhe che collaborano al progetto, la dott.ssa Simo Annarosa e la dott.ssa Cotoloni Graziella per ricevere un primo sostegno telefonico.

Il servizio, completamente gratuito, vuole essere uno strumento di ascolto che con professionalità e riservatezza promuove il benessere delle persone nella terza età. La linea telefonica è attiva anche per fornire informazioni sui seminari organizzati dall’Ada Marche all’interno del progetto Riesco.

Uno di questi si è tenuto il 4 settembre a Camerino, su iniziativa della sede locale dell’associazione. “Come gestire le emozioni spiacevoli post Covid19”, questo il titolo dell’incontro, svoltosi presso il centro polivalente Ada nel rispetto delle disposizioni anti-contagio, con l’intervento del dott. Stefano Berti, psicologo, psicoterapeuta, Responsabile U.O. Promozione della Salute Dipartimento di Prevenzione – Area Vasta 2 Asur Marche.

un momento dell’incontro tenutosi a Camerino (Mc)

Nel corso della mattinata è stato descritto il luogo emotivo in cui abbiamo abitato durante la fase più critica del Covid – 19, si è dato un nome alle emozioni spiacevoli che hanno accompagnato il periodo del lockdown, provando ad individuare alcuni strumenti di gestione.  Costretti in una situazione nuova, di cui non avevamo memoria, ci siamo sentiti reclusi, confinati e paralizzati in un protratto stato di tensione, che in alcuni casi è sfociato in sintomi e disturbi da stress. – è stato spiegato – Le ferite psicologiche che ne sono derivate vanno riconosciute per poterle curare: ma cosa ci aiuta? Il conforto delle relazioni umane in cui possiamo nominare le nostre paure fino a sentirle meno opprimenti, l’immersione nella bellezza della natura che dà respiro al nostro animo e tutte quelle attività, che hanno nella lentezza e nella ripetitività del movimento e del suono un richiamo alla meditazione.

Il canto, la preghiera, il lavoro ad uncinetto e a maglia, l’attività motoria e camminare all’aria aperta in un bosco sono alcuni esempi di semplici ma potenti attività che producono una autoregolazione del respiro ed una conseguente riduzione dei livelli di stress. Durante l’incontro sono state introdotte anche alcune tecniche di auto massaggio, di respirazione diaframmatica e di mindfulness, per permettere al corpo di riappropriarsi della fluidità necessaria al benessere psicofisico.  


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